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Si è svolto a Torino il consueto meeting annuale sul Welfare Integrato promosso da Itinerari Previdenziali che quest’anno è stato titolato “Demografia e cambiamenti sociali: come cambiano risparmi e investimenti“.

L’incontro ha approfondito le sfide che gran parte del mondo industrializzato si trova ad affrontare: quella demografica e quella ecologica. Cambiano gli stili di vita delle persone, ma cambia anche il modo di concepire l’economia e la finanza. Questi mutamenti impattano su diverse realtà istituzionali: dalle Casse di Previdenza dei liberi professionisti, i fondi pensione negoziali e preesistenti, le Fondazioni di origine Bancaria sino alle forme di assistenza sanitaria integrativa.
L’obiettivo è stato quello di esaminare attraverso l’intervento di professionisti di alto profilo, le strategie che più si adattano al nuovo contesto sociale con particolare focus sulla sostenibilità e sulla Silver Economy.

Anche il Fondo Metasalute ha partecipato alla discussione con l’intervento del Direttore Generale Laura Ascione in occasione della sessione dedicata al “Rischio demografico nell’attività di fondi pensione, Casse di Previdenza e fondi sanitari” e “I differenti scenari per gli investimenti, l’invecchiamento e la Silver Economy“.

La sessione si è aperta con l’esposizione del Quaderno di Approfondimento 2023 realizzato da Itinerari Previdenziali: “Silver Economy, la grande economia del prossimo decennio“. Nel documento vengono analizzate le dinamiche e le conseguenze del progressivo invecchiamento della popolazione italiana in ottica sociale, economica e di sostenibilità partendo dal presupposto che la sfida posta dalla longevità non deve tradursi necessariamente in un costo, ma può al contrario rivelarsi un’ottima opportunità di crescita e investimento per il Paese. L’obiettivo dell’approfondimento dedicato all’economia d’argento, secondo le parole degli autori, è quello di fornire una nuova e più ampia definizione di Silver Economy e di evidenziare le principali iniziative di mercato rivolte agli over 50 italiani. Attraverso l’uso di ampi set di dati messi a disposizione da Banca d’Italia, INPS, Istat e Ministero dell’Economia e delle Finanze, lo studio descrive nella sua prima parte i tratti salienti dell’universo di riferimento per caratteristiche demografiche, patrimonio, potere d’acquisto, stili di vita e abitudine di spesa. Partendo dalla fotografia così scattata, nei capitoli successivi si compie un ulteriore esercizio di approfondimento con l’intento di individuare i segmenti di commercio, industria e servizi potenzialmente più interessati per l’economia d’argento, con ulteriori testimonianze, best practice e case history che completano l’analisi quantitativa. Non vengono trascurate le possibili sinergie pubblico-privato attraverso cui favorire l’active ageing, la massima partecipazione sociale dei Silver italiani alla vita del Paese e, di riflesso, la costruzione di una società più equa e inclusiva. Nel complesso, il potenziale è quello di una nuova grande economia, di cui il Quaderno delinea i perimetri con il duplice obiettivo sia di quantificare e circoscrivere il fenomeno sia di identificare e approcciare tanto i bisogni “tradizionali” quanto quelli “futuribili” dei Silver che, come purtroppo evidenziato anche dalla pandemia di COVID-19 (molto severa nei confronti della popolazione più anziana), necessitano e necessiteranno sempre più di un’offerta di beni e servizi dedicata, inevitabilmente specifica e declinata sulla base delle loro peculiari esigenze e possibilità.

“Il punto di vista degli operatori su invecchiamento e Silver Economy”. Interviene il Direttore Generale di Metasalute

Per la sessione dedicata alla Silver Economy è intervenuto il Direttore Generale di Metasalute Laura Ascione. Insieme a lei i relatori della tavola di confronto composti da Alberto Anfossi, Segretario Generale Fondazione Compagnia di San Paolo, Stefano Distilli, Presidente Cassa Dottori Commercialisti, Anna Gaeta, Direttore Generale QuAS, Marco Lazzaro, Direttore Generale ENPAF e Andrea Quaregna, Segretario Generale Fondazione Cassa di Risparmio di Biella.

L’argomento principale dell’approfondimento ha riguardato la transizione demografica (e il conseguente invecchiamento della popolazione) abbinata alla silver economy e a un processo ormai avviato che raggiungerà il suo picco intorno al 2050. In questo contesto è dunque necessario introdurre azioni che possano ridurre i rischi sociali dell’invecchiamento (con particolare focus su previdenza e sanità) cercando di attenuarli e di ottenere anche delle positività. Gli attori coinvolti hanno illustrato numeri e le azioni messe in campo per affrontare questa fase storica, indicando opportunità, prospettive e criticità.

Il Direttore del Fondo Metasalute ha subito sottolineato l’importanza di riflettere su quale ruolo può avere la sanità integrativa in un modello di welfare combinato, che possa allineare al meglio le risorse pubbliche con quelle private. Per garantire la sostenibilità nel medio lungo termine del sistema di welfare in Italia per la parte sanitaria occorre sostenere sempre il ruolo dell’SSN e valorizzare il contributo della componente integrativa, riconoscendola come alleata del SSN. “Occorre definire il perimetro delle prestazioni integrative dei Fondi Integrativi, ampliare la platea dei potenziali beneficiari e realizzare una raccolta sistematica di dati sulle attività dei Fondi che ne valorizzino il ruolo di alleato del SSN” evidenzia il Direttore. “Metasalute è coinvolta nell’osservatorio dei Fondi Sanitari, e nel gruppo di lavoro istituito dal Ministero della Salute, e ha già espresso una posizione positiva e collaborativa per comprendere con le istituzioni quali possano essere queste modalità di integrazione“.

Il Direttore si è poi soffermato su un tema non sempre affrontato dettagliatamente ma di molto valore, cioè la denatalità: “Se è vero, come abbiamo detto, che la transazione demografica è ormai in atto e raggiungerà il suo picco intorno al 2050, a mio avviso occorre comunque provare a rovesciare la tendenza definendo un sistema per invertire il trend demografico attraverso azioni di sostegno alla natalità“. Continua: “Oggi parliamo ancora troppo poco di denatalità. Ci interroghiamo su quali forme di sostegno possiamo dare nella vecchiaia, ma dobbiamo anche approfondire quali misure si possono introdurre per invertire la tendenza negativa relativa alla nascita dei figli. I dati Istat hanno registrato un ennesimo record negativo: nel 2022 le nascite sono scese a 393.000, un calo del 1,7% rispetto all’anno precedente. E anche nei primi sei mesi del 2023, i dati mostrano che le nascite sono circa 3.500 in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. La denatalità non provoca solo l’invecchiamento generale, ma modifica anche la struttura sociale: aumenteranno infatti le famiglie senza figli e proprio in un Quaderno di approfondimento di Itinerari Previdenziali emerge che, secondo le proiezioni, tra 20 anni 1 anziano su 3 vivrà da solo, con le criticità che ne derivano associate alla solitudine e alla non autosufficienza. Questo tema mi appassiona, forse perché avendo dei figli piccoli mi trovo in prima persona e posso testimoniare le difficoltà di coniugare la vita lavorativa con quella familiare e delle difficoltà che incontrano le famiglie a far quadrare il tempo e le risorse economiche, e posso quindi comprendere chi ha paura di intraprendere un percorso di vita dove lo scenario di conciliazione tra vita e lavoro è difficile“.

Il Direttore ha ricordato che Metasalute, uno dei Fondi più grandi d’Italia, attualmente copre gratuitamente circa 370.000 familiari a carico, compreso coniugi, conviventi e figli fino a 26 anni di età (senza limiti d’età in caso di figli disabili). Questo rappresenta già un elemento importantissimo di tutela per le famiglie. Allo stesso tempo bisognerebbe ragionare su cosa potrebbe fare un Fondo per sostenere ulteriormente la natalità e la genitorialità, perché al momento non si riesce a sostenere di più, per esempio con prestazioni sociali che possano intervenire in questo senso.

Sotto il punto di vista dei numeri, l’intervento ha esplicitato l’importanza per il Fondo della popolazione over 65 e di quanto sia forte l’impegno nel garantire quanto stabilito dal CCNL dell’industria metalmeccanica firmato a febbraio 2021, garantendo la Sanità Integrativa anche ai pensionati. E’ stata infatti sottoscritta una convenzione per gli ex iscritti al Fondo ormai in pensione, partita nel 2023 in via sperimentale, per osservare e apprendere le necessità dei pensionati e quali e quante prestazioni richiedono per poter trovare una risposta definitiva ai loro bisogni e alle esigenze. Non meno importante il monitoraggio della fascia di popolazione iscritta tra i 55 e i 65 e più anni – la futura generazione Silver – per comprendere quali siano le richieste della platea e dunque scegliere le strategie da seguire e dove intensificare le priorità. In questa fascia d’età al primo posto ci sono gli accertamenti diagnostici e le cure dentarie (queste ultime alte in tutte le fasce), ma anche le visite specialistiche.

Il Direttore Generale di Metasalute conclude con un pensiero sulla prevenzione e sull’informazione: “L’obbiettivo che ci siamo dati come Fondo è investire il più possibile in prevenzione per accrescere la consapevolezza sull’importanza degli stili di vita sulla salute dei nostri iscritti, ora e per il futuro. Per questo il Fondo nelle scelte effettuate per il prossimo triennio ha deciso di rafforzare la parte relativa alla prevenzione, perché pensiamo che questa a lungo termine possa avere degli effetti positivi. Crediamo che un passo importante sia quello di iniziare a creare una cultura della prevenzione, e i Fondi come il nostro possono fare la differenza. Una popolazione più sana (e una vecchiaia con meno patologie croniche) avrebbe un impatto meno forte sul sistema sanitario e permetterebbe di razionalizzare le spese e dunque di riorganizzare l’erogazione dei servizi e delle risorse economiche per definire interventi più mirati ed efficaci. Inoltre, stiamo ipotizzando quali possano essere delle attività di prevenzione mirate ai nostri iscritti, e di conseguenza alla collettività, sia come progetti culturali e formativi che come vere e proprie giornate dedicate agli screening di prevenzione. Aggiungo che la consapevolezza non deve essere solo quella prettamente medica, ma anche del contesto che viviamo. Occorre informare con trasparenza le persone per fargli comprendere il futuro che ci aspetta e quali sono i rischi connessi. I Fondi Integrativi da soli non possono sostenere l’intera richiesta di prestazioni sanitarie: per garantire l’equilibrio del sistema tutti devono fare la propria parte, cercando di creare le condizioni migliori per garantire la mutualità e la solidarietà intergenerazionale“.

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