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Il 17° Congresso Nazionale Uilm si terrà a Roma all’Ergife Palace Hotel dal 4 al 6 ottobre 2022.

Al seguente link la pagina dedicata all’evento dal sito istituzionale: UilmNazionale – 17° Congresso Nazionale

Registrazione della 1^ giornata e Diretta streaming di oggi: https://bit.ly/3SVer7h

Programma 17° Congresso Nazionale Uilm

Comunicato Stampa UILM Nazinoale

Comunicato Stampa Uilm Nazionale 
 

Transizione ecologica: rischi o opportunità 
Italia in ritardo, nell’automotive a rischio fino a 120mila lavoratori 

 I rischi e le opportunità della transizione ecologica nel settore metalmeccanico, la sfida per arrestare il cambiamento climatico e le conseguenze catastrofiche che potrebbero abbattersi sul nostro Pianeta: da queste considerazioni, basandosi su importanti studi scientifici a livello mondiale, si snoda la ricerca di EStà, ente no profit che si occupa di economia e sostenibilità. Una ricerca commissionata dalla Uilm nel tentativo di trovare le soluzioni prima che si arrivi a un punto di non ritorno.  

Seguendo un approccio scientifico e comparativo, lo studio fotografa l’attuale situazione e individua i settori produttivi e di consumo che hanno le maggiori responsabilità emissive di gas climalteranti. 
 
A livello globale è emerso come i settori produttivi i più impattanti siano l’industria e l’agricoltura, mentre in quelli di consumo i maggiori emettitori siano il comparto dei trasporti (in particolare quello delle autovetture private) e quello del riscaldamento degli edifici. 

In Italia, dove si emette circa il 10% dei gas climalteranti europei e all’incirca 1% di quelli mondiali, si nota come nel periodo 1990-2018 ci sia stata una significativa diminuzione assoluta e percentuale delle emissioni legate all’industria nel suo complesso (e in quella manifatturiera in particolare), a fronte di un pericoloso aumento delle emissioni nel settore dei trasporti e in quello del riscaldamento degli edifici.  

Tuttavia, durante gli ultimi decenni, i principali macro-settori italiani, lasciati alle dinamiche spontanee del mercato, non si sono avvicinati agli obiettivi europei. Per questo si rende necessaria una forte guida pubblica per conseguire l’obiettivo congiunto di un’efficace decarbonizzazione e di sviluppo dell’occupazione. 

Nel nostro Paese, circa la metà delle emissioni di Co2 proviene dai trasporti (23,4%) e dal riscaldamento degli edifici residenziali e servizi (23%). L’industria manifatturiera, che negli ultimi 30 anni ha ridotto le emissioni di oltre il 47%, rappresenta il 12% delle emissioni totali. Quest’ultimo dato, però, è legato alla probabile chiusura degli impianti più arretrati tecnologicamente, e quindi più inquinanti, durante le fasi di crisi economica, con conseguenti perdite occupazionali. 

Infine, la ricerca si concentra sul settore dell’automotive, il più impattato dalla transizione ecologica e che prevede il passaggio da motore endotermico a elettrico. Per impatto si intende la possibilità che avvengano modifiche, sostanziali o meno, della situazione occupazionale dei lavoratori, dall’effetto minore, ovvero riqualificazione, fino all’ipotesi di ricollocamento. 

Partendo dalla constatazione che oggi un autoveicolo tradizionale con motore endotermico è composto da 7mila componenti, mentre uno elettrico arriva ad averne un massimo di 3.500/4.000, si prevede che il 40-45% degli occupati italiani, ovvero tra i 110 e i 120 mila lavoratori, saranno impattati dal passaggio all’elettrico. Andando nel dettaglio, circa 59mila necessiteranno di corsi di aggiornamento volti al ricollocamento, possibilmente all’interno dello stesso settore di partenza, mentre circa 52mila dovranno riqualificare le proprie competenze professionali al fine di sviluppare un profilo completamente nuovo, all’interno o anche all’esterno del settore di riferimento. Infine, 9mila dovranno seguire una formazione volta all’aggiornamento all’interno del proprio profilo professionale. 

Secondo il Segretario generale Uilm, Rocco Palombella: “La transizione ecologica rappresenta una sfida non rinviabile. Siamo consapevoli delle opportunità, ma allo stesso tempo siamo preoccupati dalla mancanza di determinazione e consapevolezza dei Governi italiani che si sono avvicendati negli ultimi anni. La transizione ecologica non si fa dall’oggi al domani e non sarà indolore. Le risorse messe a disposizione non saranno sufficienti. Noi chiediamo di aprire un dibattito serio sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario, poiché crediamo che questo permetterebbe di occupare i lavoratori in esubero riducendo l’utilizzo degli ammortizzatori sociali. Questo circolo virtuoso determinerebbe un risparmio per lo Stato che con le risorse risparmiate alleggerirebbe il costo del lavoro aggiuntivo per le aziende. Questa è una vera proposta di politica attiva del lavoro, che disincentiva il meccanismo dell’assistenza – conclude – e può diventare uno degli strumenti, insieme alla formazione e riqualificazione professionale, per far fronte alle inevitabili conseguenze occupazionali della transizione ecologica”.  

Update news
Prima pubblicazione: 4 ottobre 2022
Ultimo aggiornamento: 6 ottobre 2022

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