Si è svolto a Roma il Summit sulla Sanità integrativa 2024 organizzato da Mefop all’interno del progetto “Agorà Mefop welfare“. Un incontro dedicato ai Fondi sanitari soci Mefop, tra cui il Fondo Metasalute, e agli stakeholders che a vario titolo sono coinvolti nelle tematiche relative alla sanità integrativa.
Un’occasione per affrontare il tema dell’integrazione pubblico-privato, approfondire gli scenari legati ai nuovi rischi sanitari e sociosanitari e per interrogarsi sul futuro della sanità e degli stessi fondi sanitari integrativi
L’introduzione di Mefop: aumentano i bisogni di cura e quelli per non autosufficienza
I lavori sono iniziati con l’intervento del presidente Mefop Mauro Marè che ha presentato i dati emersi dalle ultime Indagini conoscitive promosse da Mefop. Dai risultati emerge la notevole crescita della percezione del bisogno sanitario: i cittadini sono preoccupati per la loro salute e per quella della loro famiglia. Tra i vari bisogni emergono principalmente quelli della tutela sociosanitaria e della non autosufficienza. A queste preoccupazioni si aggiungono i numeri che evidenziano la crescita delle necessità di cura e il ricorso alle coperture private, soprattutto per le visite specialistiche, la diagnostica e l’odontoiatria. Il Presidente Mefop ha sottolineato come al momento non c’è ancora una normativa solida di riferimento e per evitare una sistema a “due livelli” (uno scenario che vede i grandi rischi, più costosi, lasciati al pubblico e le prestazioni più remunerative e meno rischiose al privato) sia necessario intervenire per innovare l’attuale modello di integrazione.
Tra i relatori il Presidente del Fondo Metasalute Massimiliano Nobis. Il suo intervento nel panel “L’integrazione pubblico privato per la tutela dei nuovi rischi sanitari e sociosanitari”
Le relazioni dei numerosi stakeholders presenti si sono focalizzate sul modello di integrazione tra pubblico e privato. Hanno trovato spazio le voci di operatori provenienti dai Fondi sanitari, dalle compagnie assicurative e dai diversi provider sanitari. Non sono mancate le presenze istituzionali, come il senatore Francesco Zaffini, Presidente Commissione Permanente Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale, o Americo Cicchetti, Direttore Generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute.
Nel primo panel con focus sull’integrazione tra pubblico e privato è intervenuto il Presidente di Metasalute Massimiliano Nobis, che ha raccontato i numeri e i progetti del Fondo.
Il Presidente ha illustrato il rapporto con le istituzioni e con il sistema pubblico: “E’ nel rapporto tra pubblico, secondo pilastro e privato, che occorre fare un passo avanti concreto. È giusto porsi la domanda: “quali sono le criticità che affronta il Paese in tema di sanità e cure?”. Noi siamo contenti di aver avviato una collaborazione con Agenas, l’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali, partecipando al Laboratorio sulla Sanità Integrativa, e con il Ministero della Salute. Il Fondo infatti è uno dei 4 enti scelti per far parte dell’Osservatorio Nazionale dei Fondi Sanitari Integrativi. Questo può essere il primo vero passo per trovare le soluzioni per una corretta ed efficiente integrazione. Si tratta di un’occasione preziosa per condividere esperienze, best practice, bisogni, identificare le aree di collaborazione e promuovere lo sviluppo di modelli innovativi di welfare. Il Presidente ha sottolineato come le scelte compiute dal Cda del Fondo vanno proprio nella direzione di agevolare il dibattito riferito all’integrazione: un esempio su tutti la scelta di coprire al 100%, nel piano sanitario di Metasalute valido per il triennio 2024-2026, il costo del Ticket. Una decisione che punta a una maggiore integrazione e supporto con il SSN per incentivare un accesso consapevole alle prestazioni.
Per concludere l’intervento, Nobis lancia una provocazione: “la definizione di Lea ed extra Lea è ancora adeguata?“. Continua il Presidente: “Oggi il Fondo eroga quasi il 50% delle prestazioni in extra Lea, quasi tutte relative alle cure dentarie. Al secondo posto tra le prestazioni più utilizzate, a circa il 40%, ci sono quelle extraospedaliere, che attualmente qualcuno definisce “sostitutive” e non “integrative”. Ma il concetto, a nostro avviso, è più complesso di così. Non si può ignorare la necessità di riconsiderare la loro composizione e distribuzione in relazione al secondo pilastro. È fondamentale avviare un dibattito costruttivo su questa tema, esaminando le esigenze della popolazione, i suoi bisogni, valutando tutta una serie di fattori a partire dalle differenze regionali. Gli aggiornamenti e le modifiche andrebbero fatti sulla base del contesto e dei bisogni dei cittadini e dei lavoratori che godono di questa forma di welfare sanitario. Una prestazione, tanto per fare un esempio, potrebbe essere Lea in una Regione ed extra Lea in un’altra. Questo per garantire una normativa più adatta e inclusiva, ma essere anche più vicini alla realtà“.
Un ultimo inciso riguardo al ruolo sociale che può avere la sanità integrativa: “I Fondi possono giocare un ruolo chiave nel sostegno alla prevenzione. Crediamo che un passo importante sia quello di iniziare a creare una cultura della prevenzione. Una popolazione più sana avrebbe un impatto meno forte sul sistema sanitario e permetterebbe di razionalizzare le spese e dunque di riorganizzare l’erogazione dei servizi e delle risorse economiche per definire interventi più mirati ed efficaci. Potremmo sostenere una campagna straordinaria del Ministero della Salute sul “buon stile di vita” nelle 36.000 aziende aderenti al fondo coinvolgendo 1,3 milioni di lavoratori“.
“Siamo di fronte a delle sfide che comportano un profondo cambiamento sociale. L’attuale modello di welfare complementare dovrà essere pronto a rispondere alle nuove necessità. Occorre dunque riflettere su come si possa rimodulare il sistema welfare in termini di sanità, assistenza, prevenzione e cura attraverso una maggiore, e sempre più forte, integrazione tra pubblico e privato per soddisfare tutte le fasce della popolazione” conclude Massimiliano Nobis.