Si è svolta il 26 e 27 settembre, presso il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa a Napoli, l’Assemblea Generale 2024 di Federmeccanica dal titolo “IMPRESA – Industria. Meccanica. Produttiva. Responsabile. Ecologica. Sostenibile. All’Avanguardia”.
Un format dedicato ad approfondire tematiche economiche e politiche di ampio respiro – tra cui cultura industriale e valore del lavoro, geopolitica e globalizzazione, sostenibilità e transizione ecologica, tendenze tecnologiche e ruolo delle nuove generazioni – che racchiude lo spirito e l’essenza di chi ogni giorno contribuisce in maniera concreta allo sviluppo del Paese.
Quattro momenti salienti della prima giornata dei lavori
La mattina ha visto inaugurare la prima edizione nazionale di “Eureka! Funziona!” dedicato alle scuole medie, la gara di costruzioni tecnologiche che ha visto oltre 250 studenti della scuola secondaria di primo grado, provenienti da 9 province aderenti al progetto, cimentarsi nella ideazione e realizzazione di un gioco collegato al tema della meccanica con il coinvolgimento di professionisti e collaboratori di aziende come: Fincantieri Spa, Hitachi Spa, Leonardo Spa, Marelli Europe Spa, Würth Srl. Sono intervenuti Stefano Serra (Vicepresidente Federmeccanica con delega all’Istruzione e la Formazione), Elisa Zambito Marsala (Responsabile Education Ecosystem and Global Value Programs, Intesa Sanpaolo), Marina Perego (Psicologa, Psicoterapeuta, esperta in Orientamento) e Federica Gasbarro (Biologa ed esperta in sostenibilità e gestione delle energie).
Il pomeriggio si è aperto con la presentazione della nuova indagine MOL – Monitor on Labor: “Dalla visione dell’Europa al ruolo dell’Industria, I sentiment(I) contrastanti degli Italiani”, curata da Daniele Marini (Università di Padova, Community Research&Analysis), i cui risultati principali sono riassunti più tardi nell’articolo.
I lavori sono proseguiti con tre “dialoghi” con giovani talenti italiani affermati all’estero sui temi di attualità e allo stesso tempo guardando al futuro delle Imprese e del Paese. Nel dettaglio si è parlato di: “Impresa e Intelligenza Artificiale tra scienza e coscienza” con Marcello Ienca (Professore di Etica dell’IA e Neuroscienze, Politecnico di Monaco) e Francesca Santoro (Professore Neuroelettronica, Politecnico di Aquisgrana); di “Impresa e ESG tra sostenibilità e competitività” con Alberta Pelino (Presidente Young Ambassadors Society, Founder Fibi); di “Impresa e geopolitica tra scenari e strategie” con Greta Cristini (da Avvocata anticorruzione a New York ad Analista Geopolitica e Reporter di Guerra).
La chiusura della giornata ha visto la proiezione del nuovo cortometraggio “Radici” (sequel dell’episodio presentato lo scorso anno intitolato “Scintille”) realizzato per la campagna sulla cultura d’impresa “GENERAZIONE MECCATRONICA”, rivolta ai giovani e alla società civile, sul valore e sui valori dell’Industria Metalmeccanica/Meccatronica. Il corto, che è stato al centro di un talk in cui si sono confrontati il regista Massimiliano Bruno e il Vicepresidente di Federmeccanica Diego Andreis, è stato preceduto dalla consegna del Premio “Fabbrica 4D” ad una studentessa laureata in Ingegneria Meccatronica, presso l’Università Federico II di Napoli, da parte della Vicepresidente di Federmeccanica Claudia Persico.
SINTESI RICERCA MONITOR ON LABOR: “DALLA VISIONE DELL’EUROPA AL RUOLO DELL’INDUSTRIA, I SENTIMENT(I) CONTRASTANTI DEGLI ITALIANI”
Viviamo una fase storica segnata da una molteplicità di sfide, situazioni critiche e problematiche, ma anche di innovazioni che stanno ridisegnando progressivamente l’orizzonte, generando timori e incertezze, ma anche nuove opportunità.
Obiettivo del nuovo Monitor sul Lavoro (MOL) è quello di comprendere quale siano le principali preoccupazioni degli italiani, quale la funzione dell’Europa, quale il ruolo che assegnano all’industria per lo sviluppo del paese, per i collaboratori e il territorio in cui sono inserite. Quali anche le aspettative che hanno nei suoi confronti in merito alle tematiche della sostenibilità, delle giovani generazioni, piuttosto che alle questioni di genere, fino all’Intelligenza Artificiale.
Le preoccupazioni degli italiani
Non c’è una sola grande preoccupazione per la maggioranza degli italiani ma una proliferazione di preoccupazioni: dal costo della vita (21,9%) al costo dei servizi sociosanitari (11,3%) a problemi che toccano aspetti diversi, la presenza e il timore di possibili ulteriori conflitti bellici (13,6%), il cambiamento climatico (13,2%). e il futuro delle giovani generazioni (11,6%) e la crisi demografica (2,5%).
L’appartenenza all’Unione Europea
Altri risultati significativi riguardano in che misura l’appartenenza all’Unione Europea è ritenuta un’opportunità per l’Italia al fine di uscire dalla crisi o se, al contrario, costituisce un intralcio. Questi interrogativi sono stati posti agli oltre 1.000 italiani coinvolti nel sondaggio nei giorni successivi le votazioni europee. Per la maggioranza degli italiani l’UE costituisce un vantaggio indispensabile (22,7%) o comunque un’opportunità, anche se necessiterebbe di una riflessione sul suo funzionamento (36,3%). Quindi, complessivamente il 59,0% degli interpellati evidenzia un sentiment tutto sommato favorevole all’Unione e ne intravede un ruolo positivo e di aiuto al nostro Paese.
Per contro, una parte minoritaria, ancorché cospicua, ritiene la nostra appartenenza uno svantaggio per l’economia (10,1%) e il 17,8% la percepisce come un ostacolo, tanto che si dovrebbe intraprendere un percorso di uscita analogo a quello realizzato dalla Gran Bretagna (Brexit): 17,8%. Quindi, circa un quarto fra gli italiani (27,9%) manifesta un orientamento negativo verso la UE. Una terza parte anche in questo caso non marginale quantitativamente (13,1%) non esprime alcuna valutazione, non è in grado di indicare una valutazione precisa. Quindi, si può sostenere che per la maggioranza degli italiani l’UE costituisce ancora un punto di riferimento essenziale e un’opportunità. Ma la salute di cui gode nell’immaginario collettivo non è così florida e presenta, per una parte considerevole fra gli interpellati, benché minoritaria, un malessere diffuso cui prestare attenzione.
Il ruolo dell’industria
L’Italia – dati alla mano – è il secondo paese manifatturiero in Europa, dopo la Germania, partecipa a pieno titolo ai tavoli dei G7 come una delle nazioni più industrializzate al mondo, eppure ciò non corrisponde nell’immaginario collettivo.
Nonostante ciò, il ruolo dell’industria non è percepito come centrale nella rappresentazione sociale dello sviluppo economico.
Per gli italiani è in assoluto la Germania (66,4%) il paese dove l’industria ha il peso economico più rilevante. Al secondo posto collocano la Francia (29,2%), seguita dalla Gran Bretagna (16,6%), quindi dall’Italia (12,4%). Se i dati oggettivi raccontano di un’Italia industriale che si colloca al secondo posto in Europa, e che siede ai tavoli del G7 con i paesi più industrializzati al mondo, agli occhi degli italiani non corrisponde un ruolo così centrale.
Di più, il settore che più di altri ha trainato in passato lo sviluppo economico dei territori è ritenuto essere al primo posto il turismo (27,7%), seguito a distanza dall’industria (17,4%) e parimenti dal commercio (15,4%) e dall’agricoltura (14,9%). Guardando alle proiezioni, ciò che stimolerà la crescita nei prossimi anni sarà il turismo (30,5%) e il commercio (16,0%), mentre sono date in declino l’industria (15,7%) e l’agricoltura (14,1%). Anche il ruolo delle banche è considerato per il futuro di maggior impatto per la crescita rispetto a quanto avviene oggi.
Questi esiti spiegano da soli la sindrome di una «dissonanza cognitiva» degli italiani nei confronti dell’industria del proprio paese. Un immaginario collettivo dell’industria e della fabbrica che è rimasto collegato al Novecento, al fordismo, al lavoro operaio ripetitivo e alienante. In questo senso, non c’è solo un problema di scarsa conoscenza di cosa sia oggi una industria, di come si lavori o come sia organizzata, da parte della popolazione, c’è una questione legata alla percezione di un’industria avulsa dal territorio in cui insiste.
Intelligenza Artificiale e Lavoro
Anche per quel che riguarda l’avvento dell’Intelligenza Artificiale che tanto preoccupa per le possibili perdite di posti di lavoro, pur ancora nella scarsa conoscenza di cosa sia effettivamente (solo il 40,9% riesce a fornire una definizione corretta) e nella difficoltà di offrire un giudizio netto (il 64,7% esprime sentimenti ambivalenti), ciò non di meno prevalgono quanti ritengono porterà più vantaggi (59,6%) che svantaggi (50,4%) nel mondo del lavoro. Di più, c’è consapevolezza che l’industria non potrà non introdurla nei suoi processi produttivi, pur avendo attenzione alla formazione del capitale umano e alla sua salvaguardia (50,0%). Mentre orientamenti di strenua difesa a favore dei posti di lavoro trovano spazio nel 38,5% degli interpellati, in particolare fra quanti svolgono mansioni esecutive e possiedono bassi livelli di studio, comprensibilmente preoccupati di essere in futuro i maggiori candidati a essere esclusi.
Conclusioni
Dall’insieme di questi aspetti prende corpo ancora una «centralità» attribuita all’industria nello sviluppo. Nella popolazione c’è comunque la consapevolezza che l’industria abbia realizzato dei processi di innovazione tecnologica (66,9%). E che, se l’industria va bene, ciò si riverbera su tutto il territorio (63,8%), perché è un traino per tutti gli altri settori (59,5%). E, ancora, è in queste imprese che si possono generare opportunità di crescita professionale per le giovani generazioni (52,7%). Alla fine, il 21,4% degli italiani ritiene che il ruolo dell’industria sia ancora «centrale» per il futuro del paese, e il 54,8% le assegna una funzione «rilevante». Dunque, complessivamente il 76,2% crede nelle potenzialità e nel ruolo dell’industria per lo sviluppo futuro.
Seconda giornata dei lavori: tavoli tematici e relazione del Presidente di Federmeccanica
La giornata si è aperta con sei tavoli tematici su Innovazione e Intelligenza Artificiale, ESG, Competenze di oggi e domani, Cultura d’impresa e Società, Cambiamenti del Lavoro e Crescita delle Imprese e del Territorio, coordinati dai Vicepresidenti Federmeccanica (Diego Andreis, Fabio Astori, Simone Bettini, Corrado La Forgia, Antonio Liotti, Luciano Sale, Stefano Serra, Daniela Vinci). Ai tavoli anche Accademici ed Esperti e il contributo dei Main Partner (Intesa Sanpaolo, Fincantieri, Generali, Hitachi, Leonardo, Kpmg, Marelli, Rete ITS Italia, Umana e Würth). Per l’occasione hanno partecipato al confronto anche il Presidente del Fondo Massimiliano Nobis, nel tavolo dedicato alle competenze di oggi domani, e il Direttore Generale Laura Ascione, nel tavolo tematico relativo ai cambiamenti del lavoro.
Il pomeriggio, nella parte più istituzionale, ha visto gli interventi di Costanzo Jannotti Pecci (Presidente Unione Industriali Napoli), Gaetano Manfredi (Sindaco di Napoli), Federico Visentin (Presidente di Federmeccanica), Giancarlo Giorgetti (Ministro dell’Economia e delle Finanze), Marina Calderone (Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali), Adolfo Urso (Ministro delle Imprese e del Made In Italy). Le conclusioni sono state affidate al Presidente di Confindustria Emanuele Orsini.
«Vorrei ringraziare la Fondazione Ferrovie dello Stato per l’ospitalità in questa bellissima sede – ha dichiarato il Presidente di Federmeccanica Federico Visentin – Qui si respira la storia e si parla di futuro. Le regioni più industrializzate d’Italia prima del 1860 erano la Campania, la Calabria e la Puglia. La più grande fabbrica metalmeccanica della Penisola era quella di Pietrarsa, con oltre 1200 addetti. A Napoli inoltre è nato il padre dell’economia civile, Antonio Genovesi, che nel lontano 1765 lasciò un segno profondo e mandò un segnale chiaro per il progresso economico e sociale. Il Rinnovamento avviato da Federmeccanica per la promozione di quello che definimmo Umanesimo Metalmeccanico, trova più di un riferimento nell’opera di quell’illustre pensatore».
«Anche quest’anno – ha continuato Visentin – il titolo della nostra Assemblea è rappresentato da un acronimo denso di significati: IMPRESA – Industria. Meccanica. Produttiva. Responsabile. Ecologica. Sostenibile. All’Avanguardia.»
Industria – L’Italia non è un Paese solo per turisti. Grazie all’Industria manifatturiera l’Italia genera la quota più rilevante di Prodotto Interno Lordo, risultando così determinante per non affondare sotto il peso di un debito pubblico che non arresta la sua crescita. Grazie all’Industria manifatturiera l’Italia siede ai tavoli dei Grandi e continua ad essere un riferimento nel Mondo. L’Italia è, e deve continuare ad essere, un Paese Manifatturiero.
Meccanica – La Metalmeccanica/Meccatronica produce il cento per cento dei beni di investimento, grazie ai quali l’innovazione tecnologica viene trasmessa in tutti i rami dell’Industria. Per far conoscere tutto questo siamo da tempo impegnati, e continueremo ad esserlo, nella campagna culturale Generazione Meccatronica. Con orgoglio possiamo affermare ancora una volta che le imprese metalmeccaniche/ meccatroniche sono la massima espressione di quella eccellenza italiana riconosciuta in tutto il Mondo. Oggi però qualcosa sta cambiando, anche a causa delle tensioni geopolitiche che stanno attanagliando tutti i Continenti. La competitività delle nostre imprese deve essere per tutti noi un’ossessione se amiamo come amiamo il nostro Paese.!
Produttiva – Innanzitutto dobbiamo aumentare la produttività, senza se e senza ma. Se non risolviamo il problema della produttività non si possono trovare le risorse necessarie per innovare e non ci può essere una maggiore redistribuzione. Dal 2016 al 2023 la produttività è cresciuta del 2,2%, le retribuzioni del 16,7% e il costo del lavoro per unità di prodotto del 14%. Per prima cosa quindi va rafforzato e migliorato il collegamento tra salari e produttività. In presenza di un margine operativo lordo significativo e crescente, una quota va destinata ai salari, prima dell’utile netto. Nella contrattazione nazionale e aziendale si può trovare il giusto rapporto tra le garanzie minime di adeguamento all’inflazione (IPCA NEI) e le forme di collegamento tra salari e produttività da realizzare nelle singole imprese. L’obiettivo a cui tendere deve essere raggiungere un livello di marginalità adeguato e crescente. Diamoci, quindi, l’obiettivo di superare il 10% del rapporto tra margine operativo lordo e fatturato, anche solo di un punto, in un percorso che sia di crescita costante. Nelle fasi più difficili si deve puntare sul controllo dei costi, non c’è altra via. Per un aumento significativo della produttività e della marginalità dobbiamo impegnarci a far crescere le imprese, dimensionalmente ma soprattutto strutturalmente. E dovremmo farlo velocemente, dunque con processi di aggregazione. Poniamoci l’obiettivo di avviare, nei prossimi dodici mesi, in ciascuna Regione, almeno un progetto finalizzato all’aggregazione di almeno due imprese. Anche il nostro Fondo di Previdenza complementare Cometa può essere una buona leva dandogli un ruolo in più attraverso gli investimenti nell’economia reale. Come sistema della rappresentanza siamo anche chiamati a ricercare nuovi equilibri tra libero mercato e gestione dei rapporti di fornitura. Non vi è dubbio che lungo la catena del valore può determinarsi una forte compressione della marginalità. Il sistema della rappresentanza può e deve attivarsi per evitare speculazioni lungo le filiere. Federmeccanica si farà promotrice di un’azione di sensibilizzazione per affrontare insieme a Confindustria questo tema determinante per la tenuta e per lo sviluppo delle imprese italiane.
Responsabile – Essere responsabili significa anche puntare sulla solidarietà. Solidarietà tra imprese, nei confronti di chi è più debole, e solidarietà verso le persone per aiutare chi ha più bisogno oggi e chi potrà avere bisogno domani. Il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale può essere un banco di prova importante per la solidarietà da realizzare a favore delle lavoratrici e dei lavoratori. Essere responsabili significa che non si può scegliere il Contratto che piace di più, finendo, nei peggiori dei casi, dentro l’universo torbido dei Contratti pirata. Occorre evitare deviazioni nella definizione dei campi di applicazione dei CCNL del Sistema Confederale che possano determinare sovrapposizioni tra gli stessi. Occorre combattere la pirateria contrattuale con tutti i mezzi e ognuno deve fare la propria parte, dalle Istituzioni alle Parti Sociali veramente rappresentative. Riteniamo sia giunto il momento di avviare un percorso per la riduzione del numero dei Contratti Collettivi Nazionali. Nella metalmeccanica ci sono ancora troppi Contratti. Dobbiamo attivare tutte le leve affinché il Contratto dei Metalmeccanici sia uno solo. L’occasione può essere il Contratto Collettivo Nazionale ESG. L’abbiamo lanciato l’anno scorso, ora siamo in tempo di rinnovo ed è il momento per concretizzarlo. Un Contratto Collettivo Nazionale ESG può essere un catalizzatore capace di attrarre dentro di sé tutti quei Contratti metalmeccanici che oggi sono separati.
Ecologica – Qualcosa di più si può fare per l’ambiente e per le comunità. Incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico. Pensate al contributo che potremmo dare se i lavoratori metalmeccanici, che sono oltre un milione e cinquecentomila, utilizzassero di più il trasporto pubblico. Un secondo ambito di azione è quello delle filiere. C’è una catena del valore che può diventare cinghia di trasmissione di valori. Si tratta di diffondere principi e pratiche attraverso questo meccanismo capillare di rapporti tra imprese, grandi e piccole. Possiamo creare una rete che raccolga le buone pratiche rendendole pubbliche, stimolando così una sempre maggiore diffusione delle stesse. Abbiamo già sperimentato la funzionalità della tecnologia blockchain per la formazione con MetApprendo, possiamo quindi pensare a un suo ulteriore utilizzo in un altro ambito di grande valore sociale.
Sostenibile – Nell’Industria, e in particolare nel nostro Settore, l’occupazione femminile è ancora minoritaria. C’è un problema a monte negli indirizzi di istruzione cosiddetti STEM, dove si creano conoscenze funzionali all’occupazione nell’Industria e dove il numero di studentesse è tutt’ora molto basso. Questa carenza si ripercuote poi a cascata nell’offerta di lavoro femminile, che è inferiore rispetto a quella maschile. Dobbiamo impegnarci di più nell’orientamento, e lo faremo. Questa bellissima due giorni si è aperta con Eureka!Funziona! che per la prima volta è parte integrante dell’Assemblea Generale, ha riguardato le scuole medie. Abbiamo quindi già incominciato a fare qualcosa di più per orientare e ispirare i ragazzi e le ragazze verso lo sviluppo delle competenze. Faremo un passo in più, inviando alla Smiling School di Korogocho in Kenia – creata dall’Associazione “Una mano per un sorriso for Children” – alcuni kit e il relativo materiale didattico affinché i bambini che frequentano la scuola possano cimentarsi nella realizzazione di giocattoli, proprio come avviene nelle nostre scuole. Sempre da questa sede riparte Fabbrica 4D con un premio riconosciuto da Federmeccanica ad una neo laureata in Ingegneria Meccatronica dell’Università Federico II di Napoli. Lo faremo ogni anno per una ragazza in più che si laureerà in Meccatronica. Non intendiamo però fermarci qui. Va ricercato un equilibrio di genere nella forza lavoro, a tutti i livelli. Esistono già strumenti che possono essere veicolati verso la dimensione di genere, penso ad esempio al welfare e alla formazione. Nel CCNL ESG potranno essere studiati ulteriori elementi per diffondere la cultura della Sicurezza sul Lavoro. Già tanto è stato fatto negli ultimi due Contratti Nazionali, e dobbiamo continuare a percorrere questa strada. L’invito che faccio in questa Assemblea alle nostre imprese, anche e soprattutto per la Sicurezza sul lavoro, è di fare qualcosa in più. Un’azione in più, anche una sola, rispetto a quanto previsto dalla legge o dal CCNL.
All’Avanguardia – Dobbiamo essere l’Avanguardia dell’Industria. Per l’innovazione servono risorse. Dobbiamo trovare nelle pieghe dei bilanci le risorse da investire. La bassa marginalità di cui abbiamo parlato pesa tantissimo. La priorità deve essere destinare una quota dei margini all’innovazione, poi viene il resto. La presenza di risorse per l’innovazione è condizione necessaria ma non sufficiente, bisogna anche sapere dove investire. Possiamo fare un passo in più su una delle tecnologie emergenti di cui tanto si parla, che abbiamo trattato in questa Assemblea, l’Intelligenza Artificiale. Pensate se in ogni territorio un’impresa che è avanti in questo percorso ne “adottasse” un’altra per portarla al livello successivo, e se poi quest’ultima facesse lo stesso con un’altra ancora, e così via. Noi faremo la nostra parte, con le nostre forze e con le nostre idee, anche fornendo supporto sul metodo da utilizzare.
I M P R E S A – In altre sedi abbiamo discusso con i vari Stakeholders Istituzionali i temi fondamentali per il destino delle nostre imprese e del Paese. Lo faremo ancora perché le imprese non possono essere lasciate da sole. Sappiamo quali sono le priorità, le abbiamo già indicate. Dal taglio strutturale ed esteso del cuneo fiscale riducendo anche il costo del lavoro, alla semplificazione dei premi di risultato senza più l’incrementalità, all’innalzamento strutturale del limite di esenzione per i flexible benefits a 2.000 euro per tutti superando ogni distinzione. Le politiche industriali che sostengano la ricerca e sviluppo e l’innovazione fino agli interventi per la creazione delle competenze necessarie. E ancora, quelle che favoriscano la crescita delle imprese anche attraverso l’esenzione fiscale dei profitti generati dalle aggregazioni. Oggi ci siamo presi la responsabilità di fare noi qualcosa in più, e di farlo a prescindere.
Fonte: Comunicati Stampa Federmeccanica